mercoledì 25 marzo 2009

• Il liberalismo muore di autosufficienza

Vale la pena di una attenta riflessione (anche con riferimento alle conseguenze concrete delle eventuali ricadute) quanto affermato dal prof. Marcello Pera al convegno "Il modello americano nelle relazioni tra Chiesa e Stato" svoltosi a Roma in occasione dei venticinque anni delle relazioni diplomatiche formali tra Stati Uniti e Santa Sede. A quanto riferito dell’Osservatore Romano, egli ha detto tra l’altro: «se la società liberale non è un miracolo, ma dipende dagli uomini, che cosa devono fare essi per mantenerla? 
I padri del liberalismo avanzarono una risposta. Dissero che la società liberale è una società religiosa. Tutti, fino dallo stato di natura, sono sottoposti a una legge divina di natura, cioè una legge morale che tutti conoscono o possono conoscere mediante una riflessione razionale". Oppure dissero che la società liberale è una società razionale, cioè che tutti sono sottoposti alla stessa ragione universale, e questa ragione ci consente di scoprire la legge morale. "John Locke - ha ricordato - percorse la prima strada, Immanuel Kant la seconda, ma tutti e due arrivarono alla stessa conclusione poi formulata da Jefferson". Ovvero che le libertà liberali "sono compatibili se gli uomini si considerano sottoposti a Dio, e la società liberale può essere edificata se gli uomini la considerano un "dono di Dio"».


Richiamo alla prima pubblicazione del 14 gennaio 2009

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