venerdì 22 maggio 2009

• Abitare la terra secondo giustizia

Roma, 20. "Il clima è un bene che va protetto", occorre, pertanto "un profondo rinnovamento del nostro modo di vivere e dell'economia" perché "l'impegno per la tutela della stabilità climatica è questione che coinvolge l'intera famiglia umana". Questo, in estrema sintesi, il senso del messaggio diffuso dalla Chiesa in Italia in occasione della quarta Giornata per la salvaguardia del creato che si celebrerà il primo settembre di quest'anno. Nel documento, le Commissioni episcopali per i problemi sociali e del lavoro e per l'ecumenismo e il dialogo della Conferenza episcopale italiana (Cei), propongono all'attenzione delle comunità ecclesiali il rinnovato impegno e l'attenzione per quel bene indispensabile alla vita di tutti che è l'aria.
I presuli infatti invitano a riflettere sulla necessità di respirare aria più pulita e sul contributo personale e comunitario perché ciò avvenga; e ancora esortano a interrogarsi sull'eventualità che gli elementi naturali possano dar luogo a catastrofi, ma soprattutto - sottolineano - "guardiamo a essi con il cuore colmo di lode a Dio, riscopriamo, anzi, in essi le sue stesse orme, secondo l'indicazione dell'episodio biblico di Elia sull'Oreb: egli incontra Dio non nel vento impetuoso e gagliardo, né nel terremoto né nel fuoco, ma nel vento leggero". Occorre guardare - affermano i vescovi della Cei - alle realtà del creato "con quella purezza di cuore, invocata da Gesù nelle beatitudini, che giunge a vedere i doni di Dio in ogni luogo, anche nei gigli del campo e negli uccelli dell'aria".
Viviamo - affermano i presuli - in un mondo contrassegnato dal peccato e nel contempo già redento e avviato a un processo di trasformazione, "finché un giorno, da Colui che fa nuove tutte le cose ci sarà dato un cielo nuovo e una terra nuova".
La crisi ecologica appare come un momento di questo processo: è conseguenza del peccato se la rete delle relazioni con il creato appare lacerata e se gli effetti sul cambiamento climatico sono innegabili, se proprio l'aria - così necessaria per la vita - è inquinata da varie emissioni, in particolare da quelle dei cosiddetti "gas serra". "Se, però, prendiamo coscienza del peccato, che nasce da un rapporto sbagliato con il creato, siamo chiamati - si legge nel documento - alla "conversione ecologica", secondo l'espressione di Giovanni Paolo ii".
Ricordando che il Compendio della dottrina sociale della Chiesa segnala la necessità di considerare i rapporti tra l'attività umana e i cambiamenti climatici che, data la loro estrema complessità, devono essere opportunamente e costantemente seguiti a livello scientifico, politico e giuridico, nazionale e internazionale, i vescovi sottolineano: "Il clima è un bene che va protetto e richiede che, nei loro comportamenti, i consumatori e gli operatori di attività industriali sviluppino un maggior senso di responsabilità". Il principio di precauzione ricorda che - anche laddove la certezza scientifica non fosse completa - l'ampiezza e la gravità delle possibili conseguenze (molte delle quali si stanno già manifestando) richiedono un'azione incisiva.
Una tempestiva riduzione delle emissioni di "gas serra" è, dunque, una precauzione necessaria a tutela delle generazioni future, ma anche "di quei poveri della terra, che già ora patiscono gli effetti dei mutamenti climatici".
Occorre, dunque, un "profondo rinnovamento del nostro modo di vivere e dell'economia, cercando di risparmiare energia con una maggiore sobrietà nei consumi, per esempio nell'uso di automezzi e nel riscaldamento degli edifici, ottimizzando l'uso dell'energia stessa - a partire dalla progettazione degli edifici stessi - e valorizzando le energie pulite e rinnovabili".
Padre Benedetto XVI - ricordano i presuli - ha richiamato a uno stile di vita più essenziale, come espressione di "una disciplina fatta anche di rinunce, una disciplina del riconoscimento degli altri, ai quali il creato appartiene tanto quanto a noi che più facilmente possiamo disporne; una disciplina della responsabilità nei riguardi del futuro degli altri e del nostro stesso futuro". L'impegno per la tutela della stabilità climatica - ribadiscono i vescovi della Cei - "è questione che coinvolge l'intera famiglia umana in una responsabilità comune, che pone anche una grave questione di giustizia: a sopportarne maggiormente le conseguenze sono spesso le popolazioni a cui è meno imputabile il mutamento climatico".
Neppure il peso della crisi economico-finanziaria che investe l'intera comunità internazionale può esonerare - conclude il messaggio per la quarta Giornata della salvaguardia del creato - da una "collaborazione lungimirante per individuare e attivare misure efficaci a garantire la stabilità climatica: è un passaggio cruciale per verificare la disponibilità della famiglia umana ad abitare la terra secondo giustizia". (©L'Osservatore Romano - 21 maggio 2009)




sabato 16 maggio 2009

• Benedetto XVI - Sul volo di ritorno dalla Palestina

“Una decisa volontà al dialogo interreligioso”
ROMA, venerdì, 15 maggio 2009 (ZENIT.org).- Pubblichiamo le parole rivolte questo venerdì da Benedetto XVI ai giornalisti presenti sul volo papale di ritorno a Roma, a conclusione del pellegrinaggio in Terra Santa.
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Cari amici, grazie per il vostro lavoro. Immagino come era difficile, circondato da tanti problemi, tanti trasferimenti, ecc., e vorrei ringraziare che avete accettato tutte queste difficoltà per informare il mondo su questo pellegrinaggio, invitare così anche altri al pellegrinaggio in questi luoghi santi. Ho già fatto un breve riassunto di questo viaggio nel discorso all’aeroporto, non vorrei aggiungere molto. Potrei portare tanti, molti dettagli: la commovente discesa nel punto più profondo della terra, al Giordano, che per noi è anche un simbolo della discesa di Dio, della disce
sa di Cristo nei punti più profondi dell’esistenza umana. Il Cenacolo, dove il Signore ci ha donato l’Eucaristia, dove c’è stata la Pentecoste, la discesa dello Spirito Santo; il Santo Sepolcro, tante altre impressioni, ma mi sembra che non sia il momento di farlo. Forse, tre sono le impressioni fondamentali: la prima è che ho trovato dappertutto, in tutti gli ambienti, musulmani, cristiani, ebrei, una decisa volontà al dialogo interreligioso, all’incontro, alla collaborazione tra le religioni. Ed è importante che tutti vedano questo, non solo come un’azione - diciamo – per motivi politici nella situazione data, ma come frutto dello stesso nucleo della fede, perché credere in un unico Dio che ha creato tutti noi, Padre di tutti noi, credere in questo Dio che ha creato l’umanità come una famiglia, credere che Dio è amore e vuole che l’amore sia la forza dominante nel mondo, implica questo incontro, questa necessità dell’incontro, del dialogo, della collaborazione come esigenza della fede stessa. Secondo punto: ho trovato anche un clima ecumenico molto incoraggiante. Abbiamo avuto tanti incontri con il mondo ortodosso con grande cordialità; ho potuto anche parlare con un rappresentante della Chiesa anglicana e due rappresentanti luterani, e si vede che proprio questo clima della Terra Santa incoraggia anche l’ecumenismo. E terzo punto: ci sono grandissime difficoltà – lo sappiamo, lo abbiamo visto e sentito. Ma ho anche visto che c’è un profondo desiderio di pace da parte di tutti. Le difficoltà sono più visibili e non dobbiamo nascondere le difficoltà: ci sono, devono essere chiarite. Ma non è così visibile il desiderio comune della pace, della fraternità, e mi sembra dobbiamo parlare anche di questo, incoraggiare tutti in questa volontà per trovare le soluzioni certamente non facili per queste difficoltà. Sono venuto come un pellegrino della pace. Il pellegrinaggio è un elemento essenziale di molte religioni, così proprio anche dell’Islam, della religione ebraica, del cristianesimo. È anche l’immagine della nostra esistenza, che è un camminare avanti, verso Dio e così verso la comunione dell’umanità. Sono venuto come pellegrino e spero che molti seguano queste tracce e così incoraggino l’unità dei popoli di questa Terra Santa e diventino anche messaggeri di pace. Grazie!

venerdì 8 maggio 2009

• Non proliferazione delle armi nucleari

L'Arcivescovo Celestino Migliore, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite a New York, il 5 maggio u.s. è intervenuto alla terza e ultima sessione del Comitato preparatorio dell'ottava conferenza di revisione del Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari in corso a New York. Ha confermato: «Dopo quarant'anni di esistenza e di buon servizio alla comunità internazionale, il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (Tnp) è ancora una pietra d'angolo dei regimi di disarmo nucleare e di non proliferazione nonché lo strumento chiave per rafforzare la pace e la sicurezza internazionali. La Santa Sede riafferma il proprio sostegno forte e costante al Trattato ed esorta a una sua adesione universale e piena e alla sua osservanza. Lo scorso anno è stato celebrato il quarantesimo anniversario del Trattato. Purtroppo, oggi constatiamo che nel mondo esistono più di 26.000 testate nucleari e che alcune nazioni anelano ancora a entrare nel «club nucleare», nonostante gli obblighi legalmente vincolanti nei settori del disarmo e della non proliferazione. Alla luce di questo, la validità e l'importanza del Trattato sono un'esortazione urgente a tutti gli Stati affinché uniscano i propri sforzi per l'ottenimento di un mondo privo di armi nucleari.»

martedì 5 maggio 2009

• Capitalismo e Dottrina sociale della Chiesa

Presento 6 slides miranti ad una lettura dello strumento Capitalismo. Sono estrapolati da un insieme di 54 slides da me predisposti, sviluppati e presentati in 9 lezioni di circa 4 ore ciascuna in un corso di formazione all'impegno socio-politico rivolto a giovani-adulti (20-35 anni) e persone della terza età frequentanti corsi di approfondimento nei programmi della Università di tale fascia. Il materiale è stato testato in aula. La didattica applicata consente la partecipazione attiva a piccoli gruppi di partecipanti, che sono chiamati anche ad elaborazioni ed interviste/esperienze esterne al momento d'aula. Il materiale completo è funzionale anche all'utilizzo con le didattiche relazionali tipiche della formazione a distanza. [Per chi fosse interessato - Se richiesto posso inviare in pdf il pacchetto completo]

sabato 2 maggio 2009

• Professionalità politica.

Presento 6 tra i 13 slides da me predisposti, sviluppati e presentati in 3 lezioni di circa 4 ore ciascuna al corso diocesano di formazione all'impegno socio-politico. Il materiale è stato testato in aula con persone di età variabile tra 20 e 35 anni (con preparazione media e medio-alta). La didattica applicata consente la partecipazione attiva a piccoli gruppi di partecipanti, che sono chiamati anche ad elaborazioni ed interviste/esperienze esterne al momento d'aula. Il materiale completo è funzionale anche all'utilizzo con le didattiche relazionali tipiche della formazione a distanza. [Per chi fosse interessato - Se richiesto posso inviare in pdf il pacchetto completo]