lunedì 28 giugno 2010

• Avviato il dopo-Ratzingher?


Su EUROPA del 26 giugno 2010 abbiamo letto l’articolo di Basile: “Il conclave che si è aperto a Napoli”. Parlando della gestione del sistema immobiliare di sostegno all’attività caritativa di Propaganda Fide nel periodo diretto dal card. Sepe di Napoli, attribuendola ad un prelato ‘innominato’, si legge che: “Dietro l’affaire che ha coinvolto Sepe sembra già partita la corsa per il dopo-Ratzinger.” “Gli anni passano per tutti, anche per Joseph Ratzinger, quindi non sorprende l’idea che i papabili comincino a scaldare i muscoli, sorprende piuttosto l’idea che l’attuale cardinale di Napoli possa, o potesse, essere considerato un papabile. «Perché tanta sorpresa? – è stata la risposta del prelato – La scelta di eleggere un papa che parla soltanto con chi ha tre lauree non è diventata una regola». Che gli italiani pensino a un papa “loro” non è una novità, e visto che un requisito indispensabile per chiunque voglia pensare al soglio di Pietro è quello di essere conosciuto dagli altri elettori, in effetti il cardinale Sepe ha, o aveva, più titoli di molti suoi possibili concorrenti, visti i suoi trascorsi nella diplomazia vaticana (nunzio in Brasile), il ruolo svolto nell’organizzazione del Giubileo del 2000 e l’essere stato infine il cosiddetto “papa rosso”, il cardinale che ha guidato per l’appunto Propaganda fide.”

Può darsi che in qualche prelato o personaggio 'curiale' (anche laico) ci siano retroscena o retropensieri di questo tipo. Da che mondo è mondo, nessun assetto organizzato si è sottratto a giudizi ed ipotesi ritenute implicite in fatti e strategie, rilevati o ritenute possibili da interlocutori più o meno attendibili. È vero anche che, in coerenza con la propria permanente tensione a correggersi e migliorare, ciascuno di noi (popolo di Dio) pretende che, da chi si trova in posizione dirigente e coordinante, si manifesti - anche pubblicamente - una forte autorevolezza, quindi una coerenza esemplare coi principi costitutivi (la Parola) di una Comunità, della Chiesa cattolica nel caso specifico.

Da ciò giudizi e letture di episodi - piccoli o grandi - molto severe e drastiche. Il commento presentato da' Europa' si cumula con accuse e giudizi (talvolta gratuiti) su casistiche delicatissime, insieme ai molti di questi ultimi tempi provenienti da culture contingenti di antiche aree europee (nelle quali è presente storicamente una forte ostilità anticattolica). Mi riferisco ad episodi come la pedofilia, la subordinazione gestionale a logiche di mercato e/o di potere, e simili.

La severità verso l'interno organizzato della Chiesa e l'amore verso il popolo di Dio (le richieste di scusa e trasparenza), con le quali Papa Benedetto sta affrontando questo quadro, richiamano l'urgenza di un minor livore ed un maggior rispetto verso chi (e sono migliaia!) sta impegnandosi lealmente e severamente in tutto il mondo per i più deboli. Il pezzo di Basile per me è solo una occasione per confermare questa mia opinione, pensando soprattutto al violentissimo attacco che in tutta Europa - in particolare - è attualmente in corso ed alle persecuzioni e i casi di martirio in atto in alcune aree del pianeta governate da fondamentalismi laici o confessionali di varia estrazione.