lunedì 12 aprile 2010

• Pedofili nella Chiesa


Ormai da molti giorni siamo difronte ad un continuum su questo dramma, troppo spesso sottaciuto. Qualcuno dice: 'pochi rispetto a ... ' ed elenca statistiche. In ogni caso troppi ed inaccettabili. Interventi dalle postazioni, le più varie. Chi fa del suo meglio perché il fatto rimanga mediaticamente in prima pagina. Chi cerca di accreditare i pregiudizi di sempre. Ora spunta anche chi - consapevole o meno - riscopre l’antisemitismo storico con forzature decisamente fuori del tempo. Per quanto sono in grado di comprendere e conoscere, condivido la posizione del card. Lehmann. Infatti a quanto riferisce Franco Garelli su LA STAMPA: Il cardinal Karl Lehmann (già arcivescovo di Magonza e per molti anni presidente della Conferenza episcopale tedesca) ha formulato pubblicamente una analisi «improntata al riconoscimento della verità.» Aggiungendo: «Anche se si tratta di una scoperta dolorosa e lacerante, si può esprimere sollievo per il fatto che attualmente molti casi vengano allo scoperto.» Scrive Garelli, «l'analisi del cardinal Lehmann è molto ricca e articolata, densa di richiami sull'educazione cattolica, sulla formazione del clero, sulla necessità di collaborare con la giustizia, sugli sforzi che devono fare le chiese locali per seguire le indicazioni del Papa in questo campo. Un manifesto, da cui emerge non soltanto un dramma che la chiesa oggi sta vivendo, ma anche le potenzialità che essa ha per superarlo.» Questo, tra l’altro, era indirettamente il contenuto di una risposta al mio precedente post.

Mi ha, piuttosto, lasciato basito la dichiarazione attribuita sul blog pontifex.roma (filiazione di ‘una vera organizzazione neofarisaica’) a mons. Babini.

["La Chiesa deve chiedere perdono? E per cosa" si chiede Monsignor Giacomo Babini, Vescovo Emerito di Grosseto.Eccellenza alcuni giornali e voci isolate chiedono alla Chiesa una sorta di pubblico perdono per i preti pedofili: " penso che sia ora di dire basta. Di perdono ne abbiamo chiesti troppi e lo facciamo anche alla messa tutti i santi giorni. Pensino a farlo gli anglicani, tanto che molti di loro hanno deciso di passare al cattolicesimo, ora mi auguro che non ci imbarchiamo una bella dose di gay". Poi aggiunge: " la pedofilia é una cosa orrenda e basterebbe un solo caso per far gridare allo scandalo, ma mi consta che anche in altre confessioni ve ne siano e in proporzione maggiore a quella della Chiesa cattolica". Ma chi orchestra questa manovra?: " i nemici di sempre dei cattolicesmo, ovvero massoni ed ebrei e l'intreccio tra di loro a volte é poco facile da capire". Precisa: " ritengo che sia maggiormente ... un attacco sionista, vista la potenza e la raffinatezza, loro non vogliono la Chiesa, ne sono nemici naturali. In fondo, storicamente parlando, i giudei sono deicidi"]

Giustamente INFORMAREZZO si domanda - ed io con loro: «Come può un vescovo navigato ed esperto delle cose del mondo, lasciare che le sue parole siano travisate al punto da scatenare le indignate reazioni delle comunità ebraiche ?» Come non concordare con la dichiarazione di mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Regione Umbria per la Cei e gia' Presidente della Commissione Ecumenica Cei? «Le affermazioni di mons. Giacomo Babini su un presunto complotto ''sionista'' contro papa Benedetto XVI, per quanto già ''rinnegate'' dal loro autore, sono ''completamente estranee al Magistero della chiesa Cattolica'', offendono ''il popolo ebraico e rischiano di riaccendere focolai di antisemitismo le cui tragiche conseguenze ben conosciamo''. Lo ribadisce, in una dichiarazione rilasciata all'American Jewish Committee (Ajc)»

1 commento:

Ettore ha detto...

Su LA STAMPA del 29 giugno 2010, Marco Tosatti un articolo di Marco Tosatti è così titolato: «Benedetto XVI: pericolo viene da dentro "pericolo più grave" per la Chiesa oggi non viene dalle "persecuzioni" esterne ma dal male che la "inquina" dall'interno. Lo ha affermato Benedetto XVI, non citando direttamente lo scandalo della pedofilia, durante l'omelia della messa celebrata nella basilica vaticana nella solennità dei santi Pietro e Paolo.»
Prosegue: « Il "pericolo più grave" per la Chiesa oggi non viene dalle "persecuzioni" esterne ma dal male che la "inquina" dall'interno. Lo ha affermato Benedetto XVI, non citando direttamente lo scandalo della pedofilia, durante l'omelia della messa celebrata nella basilica vaticana nella solennità dei santi Pietro e Paolo. "Se pensiamo ai due millenni di storia della Chiesa, possiamo osservare che - ha detto il Papa nell'omelia - non sono mai mancate per i cristiani le prove, che in alcuni periodi e luoghi hanno assunto il carattere di vere e proprie persecuzioni". "Queste, però - ha proseguito -, malgrado le sofferenze che provocano, non costituiscono il pericolo più grave per la Chiesa. Il danno maggiore, infatti, essa lo subisce da ciò che inquina la fede e la vita cristiana dei suoi membri e delle sue comunità, intaccando l'integrità del Corpo mistico, indebolendo la sua capacità di profezia e di testimonianza, appannando la bellezza del suo volto". Citando l'apostolo Paolo, Benedetto XVI ha fatto cenno "ad alcuni problemi di divisioni, di incoerenze, di infedeltà al Vangelo che minacciano seriamente la Chiesa", e anche agli "atteggiamenti negativi che appartengono al mondo e che possono contagiare la comunità cristiana: egoismo, vanità, orgoglio, attaccamento al denaro, eccetera". Sempre facendo riferimento ai testi paolini, il Papa ha comunque aggiunto che "vi è una garanzia di libertà assicurata da Dio alla Chiesa, libertà sia dai lacci materiali che cercano di impedirne o coartarne la missione, sia dai mali spirituali e morali, che possono intaccarne l'autenticità e la credibilità".»