lunedì 21 settembre 2009

• Superare limiti ed insufficienze


Franco Garelli scrive su LA STAMPA del 21 settembre: «A detta di monsignor Miglio, responsabile per i problemi sociali della Cei, «il mondo cattolico deve dare all’Italia qualcosa di molto diverso da quello che viene offerto ogni giorno». Ma forse il malcontento più profondo per la situazione nazionale è individuabile nell’ultima dichiarazione del numero due della Cei, monsignor Crociata, per il quale dalla crisi emergeranno nuovi assetti politici e nuove prospettive; come a dire che lo sfilacciamento non può durare a lungo e che bisogna prepararsi a nuovi scenari. La Chiesa, dunque, reagisce alle polemiche che hanno portato alle dimissioni del direttore di Avvenire (e ad altri punti caldi, come il conflitto con la Lega sui flussi migratori e le critiche sullo stile di vita di Berlusconi) alzando lo sguardo ai problemi del Paese e riflettendo anche sulle proprie responsabilità.»

Sta accadendo ciò che molti avvertivano. Lo scenario nel quale muovere i propri passi nel nostro paese e nel mondo è profondamente mutato. Il contributo che sono chiamati a dare essenziale. La cultura cattolica e gli uomini (che nel piccolo e nel grande, nell’immediato ed in prospettiva, temporalmente incarnano) devono rivedere la strategia e le tattiche che sovrintendevano alla lettura ‘Ruini’. Ogni giorno tutti noi avvertiamo insofferenza per ciò che riproduce acriticamente schemi ed ingabbiamenti di cui chiari sono limiti ed insufficienze. Non può bastare invocare compattezza, omogeneità ed obbedienza per progetti di breve-medio termine (che pur occorrono per non procedere a casaccio), o solo sbirciare la sostanza comunitaria.

Ciascuno di noi è chiamato ad un rinnovato impegno ed a scuotersi di dosso la polvere, che può essersi depositata, ed a allontanare annebbiamenti impropri. Occorre una nuova puntura di coraggio e di tensione. I biblici ‘custodire’ e ‘coltivare’ sono impegni permanenti. La preghiera ed il rifiuto del 'carpe diem' la nostra forza.

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