Il prob

Il livello al quale stiamo arrivando e dal quale dobbiamo uscire il prima possibile (se vogliamo alimentare la speranza di una ripresa e di una crescita), è quello della banalizzazione dei fenomeni; e quello di procedere con sempre maggior decisione a riforme strutturali come quella recente dell'accordo quadro per le relazioni industriali e per la contrattazione. Questa riforma strategica è stata un momento ineludibile in previsione di un auspicato lancio di una proposta organica per l'occupazione ed il salario di sopravvivenza; se maggioranza ed opposizione mostreranno coraggio e chiarezza strategica (ma, stando ai numeri del Parlamento, soprattutto la maggioranza considerando che la minoranza questo richiede da tempo come urgente e necessario). Ogni giorno la situazione si avvita sempre più su se stessa e fratture e tensioni nel tessuto sociale aumentano esponenzialmente, come dimostra quanto accade in Gran Bretagna in questi giorni.
Già si sente girare voce che non solo all'interno dell'Europa, ma anche all'interno dei singoli Paesi (qualche voce anche in Italia), si devono porre dei limiti territoriali per l'intercettazione della manodopera occorrente, qualificata e non.
Penso ai cartelli 'terribili' del dopoguerra posti all'ingresso di alcuni bar di Torino e Milano: Vietato l'ingresso ad animali e meridionali. Questa guerra fra poveri, che l'episodio inglese richiama, deve essere ad ogni costo evitata. Ne va della sopravvivenza di un minimo di solidarietà fra chi sta peggio e non vede spiragli per il futuro. Il crac sociale non è solo una ipotesi; se continua il ritardo o l'assenza di iniziative per il bene comune.
La bufera nella quale ci troviamo è figlia di tutti coloro che hanno 'sminestrato' le dinamiche finanziarie (traendone vantaggi personali ed inducendo il crollo drammatico di questi mesi). L'homo homini lupus tanto invocato negli anni passati, anche nel nostro paese, frutto di un mercato senza regole o quasi nulle, non poteva che portare a questi risultati. È urgente tornare a fare politica (quella vera non quella con battute da cabaret) ed a farla finita con campagne elettorali permanenti, tipiche del grillismo salottiero.
Richiamo alla prima pubblicazione del 31 gennaio 2009
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