domenica 12 luglio 2009

• "La domenica è un bene per l'uomo"

Benedetto XVI domenica 12 luglio ha chiesto a credenti e non credenti di rispettarne il valore.
Ha esortato a non perdere il senso della domenica, sia per i credenti che per i non credenti, perché questa rappresenta "un bene per l'uomo".
Il Pontefice ha toccato l'argomento dal momento che in Europa si moltiplicano le proposte di estendere il lavoro domenicale, a partire dai negozi e dai grandi magazzini.
"La domenica è un bene per l'uomo - ha affermato il Santo Padre -. In effetti, questo giorno santo è per i cristiani un giorno di preghiera che permette loro di recuperare le energie spirituali e sostenere la propria vita con l'ascolto e la meditazione della Parola di Dio, nutrendosi del Corpo di Cristo". "La domenica è allo stesso tempo un giorno di riposo e di relax meritati, per stare in famiglia o tra amici". "Esorto ciascuno a vivere questo momento di grazia che è il riposo domenicale!", ha concluso.
Quindi la domenica (Dies dominicus) è un momento centrale per l'Uomo in generale, per il cristiano in particolare. Un importante momento di incontro tra non credenti e credenti.
Non solo. Nell'intervento richiestogli in occasione della livornese coppa remiera Barontini il vescovo emerito di Livorno
, mons. Alberto Ablondi, rivolgendosi agli uomini e alle donne del lavoro ha allargato l'orizzonte sottolineando: «Lasciate che la vostra libertà diventi anche un compito e un dovere della Chiesa che si sente impegnata ad aiutarvi a crescere nella libertà. Questo voglio dimostrarvelo con un esempio storico. Avete mai pensato perché la Chiesa nel passato ha istituito tante feste di precetto che comportavano la proibizione del lavoro? In quell'epoca, il salario del lavoratore veniva misurato su quanto era necessario per mantenersi in vita, le feste di precetto, con la proibizione del lavoro, costringevano così il padrone a mantenere l'operaio anche quando non lavorava. Ho citato questo esempio perché la Chiesa, oggi come allora, sappia con la sua catechesi scoprire le vie, in cui è carità andare incontro ai bisogni, ma anche sappia impegnare le sue energie con l'esempio e la dottrina per realizzare l'autentica giustizia, che è premessa e condizione di libertà.» È certamente un caso, ma non posso non rilevare che la recente enciclica di Benedetto XVI è intitolata: «Charitas in veritate» e che il cammino indicato dal vescovo Alberto per la sua missione episcopale è: «Veritas in Charitate». Approcci diversi ad uno stesso percorso.

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