“Il cardinal Angelo Scola a Milano”, titolano molti giornali a proposito del passaggio decretato dal card. Dionigi Tettamanzi (ormai ‘emerito’) all’ex Patriarca di Venezia. Quest’ultimo è considerato da molti l’anti-Martini; «un altro tassello per assicurare una interpretazione restrittiva del Concilio Vaticano II in campo ecclesiologico». Non mi sento in grado di esprimermi in maniera compiuta ed autonoma su un tema tanto importante per la Chiesa, soprattutto italiana. Credo che meriti in ogni caso di soffermarsi.
Sono convinto che la storia personale sia un fattore importante per comprendere il potenziale da ciascuno esprimibile. Vale per tutti, nessuno escluso ed in qualsiasi posizione si collochi il proprio impegno. Ma sono anche convinto che sono la diocesi e le situazioni concrete che possono completare e mutare costantemente il percorso dell'interessato. Il più recente, accettando il nuovo ruolo, dimostra di esserne consapevole. Lo staff di cui potrà o sarà in grado di circondarsi sarà una prima traccia, che comunque non sarà facilmente rilevabile nell'immediato.
Perciò - come si dice a Livorno - "calma e gesso"!